Il terreno di scontro è quello dei numeri. E la partita è a tre. Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che hanno messo nero su bianco le premesse e le promesse del Governo del Cambiamento. E Giovanni Tria, l’uomo dei conti, il ministro dell’Economia che da qui a sette giorni quei numeri dovrà metterli in fila nella nota di aggiornamento al Def. Operazione complessa: perché la coperta è corta, e rischia di accorciarsi ancora se il famigerato spread dovesse far impennare gli interessi dei titoli di Stato da piazzare sul mercato. E la partita sui numeri se ne trascina inevitabilmente un’altra, quella elettorale: in chiave europea, si vota a maggio. E secondo i più pessimisti, anche in chiave nazionale qualora il tappo a Palazzo Chigi dovesse saltare. Ne parliamo con Barbara Tedaldi, notista politica dell’Agenzia Italia; con il vicedirettore del Tg2 Andrea Covotta e con il vicedirettore del Sole24Ore Alessandro Plateroti.