Marco Pannella ne aveva fatto una ragione di vita, una battaglia combattuta intorno a quell’articolo della Carta Costituzionale - l’articolo 27 - secondo il quale “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Parole vuote, verrebbe da dire, alla luce della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che due anni orsono ha condannato il nostro paese, colpevole di aver sottoposto alcuni detenuti a trattamenti inumani e degradanti. Tema sul quale è tornato due giorni fa, alla festa della Polizia Penitenziaria, il presidente Mattarella che ha rilanciato due principi cardine: il recupero del detenuto e la sua integrazione. Ne parliamo con Santi Consolo, direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, e con Daniela De Robert, giornalista del Tg2 e membro del Collegio del Garante dei Detenuti.