Di parole ne sono state spese tante. Gravi, solenni, spesso intrise di retorica. Ma ora è la volta dei fatti, delle risposte. E a darle, inevitabilmente, dovrà essere l’Europa. Nel pomeriggio si è riunito a Bruxelles il consiglio straordinario dei capi di stato e di governo. Sul tavolo, l’emergenza immigrazione all’indomani dell’ennesima strage nel canale di Sicilia. Settecento, forse ottocento gli uomini, le donne e i bambini annegati nel buio di una stiva. Numeri da far tremare i polsi. Ma ben poca cosa di fronte alle migliaia e migliaia di senza nome che giacciono ignorati sul fondo del Mediterraneo. Rafforzamento della missione Triton, un piano di accoglienza tra gli Stati su base volontaria, un coordinamento tra i diversi servizi di intelligence. Ma soprattutto guerra aperta agli scafisti, anche se non è ben chiaro come. Questi i punti al centro del summit. Mentre gli analisti stimano in circa 200mila i disperati che premono sulla sponda sud del Mediterraneo. Ne parliamo con Carlotta Sami, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. E con Valerio Cataldi, l’inviato del Tg2 che ha documentato questa e tante altre stragi.